mercoledì 30 maggio 2012

Soluzione del rompicapo dell’evasione

Certi giochi ci mettono duramente alla prova: sono i “rompicapo”. Esistono dei video che spiegano le soluzioni di alcuni di questi rompicapo? Ebbene sì, esistono. In particolare posso segnalare il blog InfoTech. Quello che vi presento è il primo video sul rompicapo dell’evasione. Ne seguiranno altri, intanto potete visitare il blog InfoTech e iscrivervi perché vi saranno forniti altri video e una presentazione che spiega mossa per mossa la strategia risolutiva del rompicapo. Buona visione.

rompicapo dell'evasione

Il rompicapo dell’evasione.


martedì 29 maggio 2012

La terra trema ancora in Emilia

Un sisma di magnitudo 5.8 ha colpito ancora una volta l’Emilia alle ore 9:00 di stamane 29 maggio 2012. L’epicentro è situato presso Medolla (MO). Dopo le ore 9:00 si sono verificate altre scosse di assestamento: una di magnitudo 4.0 (ore 9:07), con epicentro Cavezzo (MO) e un’altra di magnitudo 4.1 (ore 9:09), epicentro Concordia sulla Secchia (MO). In seguito si sono verificate altre scosse di magnitudo comprese tra 3.0 e 3.8. L’ultima, mentre scrivo questo post è avvenuta alle ore 10:15 con epicentro Mirandola (MO) ed è stata di magnitudo 3.8.

Si tratta di una nuova crisi sismica che sta colpendo la zona dell’Emilia. Il movimento tettonico che sta provocando questi terremoti, presumibilmente, è sempre quello dovuto agli spostamenti della placca adriatica.

La forte scossa è stata percepita chiaramente in tutto il centronord ed ha causato nuovi crolli, un morto e altri feriti. La gente è scappata per le strade in preda al panico. I treni sono fermi a Bologna per accertamenti sulle linee e le scuole sono state evacuate.

Probabilmente le scosse di assestamento continueranno per tutta la giornata di oggi, per fortuna con intensità sempre decrescente.


Pulizia pannelli solari. Un robot creato dagli studenti.

I pannelli solari devono essere puliti regolarmente e occorre una attenta manutenzione per mantenere la loro efficienza e per massimizzare la quantità di energia solare che viene convertita in elettricità. Con questo obiettivo in mente, un gruppo di studenti del CalTech e dell’UCLA hanno sviluppato un incredibile robot che pulisce i pannelli solari. Questo progetto ha vinto un terzo del premio di denaro (200000 dollari) del National Clean Energy Business Plan Competition.

Dotato di spazzole rotanti, questo leggerissimo robot, chiamato Greenbotics GB1, è in grado di pulire due pannelli solari (di dimensioni medie) alla volta. Mentre si muove orizzontalmente sulle file di pannelli solari, riesce anche ad ottimizzare il consumo di acqua per effettuare la pulizia. Il robot è molto facile da gestire: bastano due persone che lo sistemano sulla superficie dei pannelli solari e il computer di bordo del robot comincia a coordinare i suoi movimenti. Un unico operatore può controllare l’andamento della pulizia e impartire altri comandi.

Greenbotics GB1

Il team di studenti che ha progettato e realizzato questo piccolo gioiello ha potuto stabilire che il robot è in grado di pulire i pannelli solari con tale efficacia da aumentare l’efficienza del 15%. I dati che riguardano il consumo di acqua e il tempo di pulizia invece ancora non sono stati confermati. In ogni caso qualunque dispositivo che è in grado di aumentare l’efficienza dei pannelli solari è molto ben accetta!

Nel seguente filmato possiamo vedere il robot che pulisce i pannelli solari in piena azione.


domenica 27 maggio 2012

Sindrome da pagina bianca

La sindrome da pagina bianca non colpisce soltanto gli scrittori o i giornalisti, ma anche i blogger. Eccolo! E’ arrivato uno che non sa più cosa scrivere e adesso scrive qualcosa sulla sindrome da pagina bianca. In realtà non è affatto vero che non so cosa scrivere. Cose da scrivere ne avrei a volontà, ma ultimamente i miei impegni personali mi stanno tenendo un po’ più lontano dal blog.

Per fortuna adesso ho un po’ di tempo e mi è venuto in mente di scrivere un post dedicato a tutti coloro che sentono venir meno la loro “vena da scrittore”. Secondo me il rimedio migliore quando non si sa più cosa scrivere e le idee non arrivano più è di mettersi sdraiati sul letto o sul divano e lasciare vagare la mente. Bisogna rilassarsi per fare questo, magari mettendosi in penombra, oppure con le cuffie per ascoltare la propria musica preferita. Per fare rifluire buone idee nella propria mente occorre scacciare via l’ansia della giornata e gli eventuali problemi personali.

Ovviamente bisogna “disattivare” i filtri logici ed estetici della propria mente. In altra parole anche se le idee che vi verranno vi sembreranno bizzarre o stupide, in questa fase non dovete essere dei giudici troppo severi. Accettate queste idee da cui ne potete fare nascere altre che in seguito valuterete se sono veramente interessanti.

Un taccuino sempre a disposizione dove prendere appunti potrebbe essere un altro metodo per avere sempre idee “fresche” senza dimenticarle. Molto spesso le idee non ci mancano, ma le dimentichiamo pochi minuti dopo averle formulate oppure la nostra mente le “rimuove” perché i nostri filtri mentali le giudicano immediatamente stupide o inutili. Il taccuino deve essere rigorosamente cartaceo! Scrivere le idee sulla carta è sempre molto più efficace di scriverle su un file al computer. Il computer ci distrae troppo in troppe attività da svolgere, quindi gli appunti sulle idee al computer secondo me non sono molto efficaci. Finiremo col non prendere affatto appunti.

Con queste mie personalissime tecniche spero di avervi fornito altre idee per migliorare la vostra creatività e per “curare” la vostra sicuramente provvisoria sindrome da pagina bianca.


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venerdì 25 maggio 2012

Campo elettrico e campo magnetico

Il campo elettrico e il campo magnetico hanno proprietà simili:

1) campo magnetico e campo elettrico sono campi di forza, cioè campi che descrivono gli effetti di una forza (in un caso quella magnetica, nell’altro quella elettrica);

2) entrambi sono descritti da linee di campo;

3) esistono due tipi di poli magnetici, come esistono due tipi di carica elettrica;

4) in modo analogo a quanto accade per le cariche elettriche, poli dello stesso tipo si respingono e di tipo diverso si attraggono;

5) un conduttore scarico può essere elettrizzato da un corpo carico, come una sbarretta di acciaio può essere magnetizzata da una calamita;

Però i due campi differiscono per aspetti molto importanti:

1) quando si ha l’elettrizzazione per contatto, parte della carica elettrica del primo corpo passa al secondo; nella magnetizzazione di un oggetto ferromagnetico non si ha alcun passaggio di poli magnetici;

2) mentre esistono oggetti carichi positivamente o carichi negativamente, una calamita ha sempre entrambi i poli sud e nord.

Infatti, se dividiamo una calamita in due parti, ciascuno dei frammenti ha un polo nord. Suddividendo la due calamite piccole in due parti, otteniamo quattro magneti, ciascuno con due poli.

In definitiva possiamo dire che non è possibile suddividere un magnete in modo da ottenere un polo nord isolato o un polo sud isolato. Questo implica l’inesistenza dei monopoli magnetici che ha delle implicazioni molto profonde in Fisica teorica e in cosmologia.


mercoledì 23 maggio 2012

Terremoto in Emilia: si poteva prevedere?

La pressione dell’Appennino è il motore dei guai sismici che hanno causato il terremoto tra Modena e Ferrara. Ogni volta che c’è un terremoto che preoccupa, ricomincia il tormentone: “si poteva prevedere?”. Oppure: “si era previsto tutto, ma non ci ha creduto nessuno?”. Ovviamente non stiamo parlando di veggenti o di sensitivi, che riescono a prevedere di tutto, ma solo DOPO che è successo… Stavolta stiamo parlando di veri metodi scientifici per prevedere in maniera efficace i terremoti.
Si tratta di studiosi, sia italiani che stranieri, che hanno sviluppato due algoritmi che ci danno un’ottima speranza di prevedere i terremoti.
L’allarme sull’evento sismico in Emilia era stato portato pochi giorni fa alla Commissione Grandi Rischi da un gruppo di studiosi italiani. Giuliano Panza, ordinario di sismologia dell’Università di Trieste e i colleghi del centro di Fisica Teorica di Miramare. Si sono presentati con una mappa d’Italia, sulla mappa era segnata una zona che, con il loro metodo d’analisi, certamente avrebbe visto un terremoto di magnitudo significativa. Era proprio “quella zona” dell’Emilia. In questo caso la loro indicazione era a medio termine, cioè il sisma si sarebbe dovuto verificare entro settembre 2012.
Come hanno fatto? A questo “sistema” il gruppo lavora da 6 anni con 2 algoritmi che si che chiamano CN ed M8. Utilizzano l’informazione contenuta nei cataloghi dei terremoti e individuano attenzione nell’attività sismica moderata quelle variazioni che possono essere considerate precursori di un forte terremoto. L’analisi consente di determinare gli intervalli temporali in cui risulta aumentata, rispetto alle condizioni normali, la probabilità in cui si verifichi un sisma di magnitudo superiore. E’ l’applicazione italiana di studi che vengono fatti anche da altri gruppi internazionali. L’algoritmo CN si chiama così, infatti, perché basato su dati della California e del Nevada. L’algoritmo M8 si chiama così perché è preposto alla previsione di terremoti di magnitudo di almeno 8.
La loro attendibilità è rispettivamente superiore al 95% per uno, al 99% per l’altro, afferma il professor Panza, che presentò il metodo in una prolusione per l’inaugurazione dell’Anno Accademico a Trieste 3 anni fa. Si è passati, dice, dalla fase in cui si diceva “impossibile prevedere i terremoti” a quella in cui “si possono prevedere” anche se con una incertezza.
Queste previsioni sono utili, oppure restano troppo vaghe? La risposta è che attualmente non sono ancora in grado di permettere l’evacuazione di popolazioni o cose simili. Sono però molto utili, se disponibili in tempo, per verificare lo stato di sicurezza di strutture importanti, per organizzare il sistema della Protezione Civile, per migliorare l’informazione della popolazione in caso di evento sismico.
Una cosa però è da notare. Forse sta per finire l’era delle “previsioni” di terremoti da parte di veggenti e sensitivi. Ebbene sì, erano loro, di solito a prevedere (si fa per dire) questi eventi, perché la scienza ancora non ci riusciva. Adesso il loro ciarlatanesco interesse si dovrà fatalmente spostare da qualche altra parte. La cosa mi atterrisce un po’. A cosa guarderanno adesso questi profeti di sventure?


martedì 22 maggio 2012

Perché combattiamo?

Le guerre, purtroppo, fanno parte della storia dell’uomo e anche della cronaca recente. Gli allarmi per il terrorismo si ripetono e la violenza sembra circondarci senza tregua. Nemmeno i rapporti sociali sembrano esenti dalla violenza, soprattutto in questi momenti di crisi.

Una delle due più importanti riviste scientifiche del mondo, Science, invece di occuparsi di Fisica o di genetica (come fa di solito), è uscita con un numero speciale dedicato proprio alla violenza, intitolato “perché combattiamo”.

Combattere per un confine, per un compagno, per il cibo, per il primato di un popolo su un altro. Comunque la violenza, ci dice la scienza, fa parte della nostra natura. Spesso alla base di un conflitto c’è il meccanismo della nostra identificazione con un gruppo che ci porta a disumanizzare chi appartiene ad un gruppo diverso dal nostro. E se i gruppi si differenziano su basi religiose o su valori considerati sacri, questo ne aumenta il grado di coesione interna fino ad ispirare atti sacrificali, come quello dei terroristi kamikaze. Su questa forma di violenza, dopo l’11 settembre sono state fatte ricerche mastodontiche, ma ancora non si è riusciti a spiegare davvero cosa rende i terroristi tanto granitici nella volontà di sacrificio. Altre fonti inesauribili di conflitto sono i pregiudizi razziali, fondati sulla contrapposizione fra amore per il proprio gruppo e odio verso l’esterno, che hanno radici nella storia dell’evoluzione della specie, e l’iniquità verso le donne all’interno di una società. Secondo alcune ricerche questi parametri sarebbero il vero barometro per valutare la probabilità di una guerra civile.

Studi archeologici, in particolare su Tell Brak, tra Damasco e l’Iraq, scenario forse del primo massacro organizzato nella storia umana, intorno al 3800 a.C., hanno contribuito a mostrarci come spesso la conflittualità sia cresciuta in parallelo alla civilizzazione, contrariamente a quanto ipotizzato da molti.

E le esperienze di guerra con milioni di morti ci hanno portato a comprendere che le nostre grandi civiltà possono essere luoghi molto meno sicuri in cui vivere rispetto a quelle dei nostri antichi progenitori, cacciatori o raccoglitori.


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...