sabato 7 agosto 2010

La creazione del mondo: c’è stata veramente?

 

C'è stata una creazione?

Creazione di Adamo

Ogni discussione sull'origine dell'universo presuppone che l'universo abbia avuto un'origine. La maggior parte delle culture antiche propendeva per un'idea del tempo in cui il mondo non ha nessun inizio, ma piuttosto attraversa cicli che si ripetono senza fine. È interessante rintracciare la fonte di queste idee. Le tribù primitive vissero sempre in stretta armonia con la natura, dal momento che la loro esistenza dipendeva dal ritmo delle stagioni e di altri periodi naturali. E poiché le generazioni si avvicendavano con un'alterazione minima delle circostanze, esse non concepivano l'idea di un mutamento unidirezionale o di un progresso storico. Gli interrogativi sull'inizio o il destino del mondo andavano oltre la loro idea della realtà. Erano invece interessati ai miti concernenti i modelli ritmici, e alla necessità di propiziarsi gli dèi legati a ciascun ciclo per assicurarsi una continua fertilità e stabilità.

Il sorgere delle prime grandi civiltà in Cina e nel Medio Oriente non cambiò molto questo quadro. Stanley Jaki, un frate benedettino di origine ungherese, che ha conseguito il dottorato sia in fisica che in teologia, ha compiuto uno studio dettagliato delle antiche credenze nella cosmologia ciclica. Egli fa notare che il sistema dinastico cinese rifletteva una indifferenza generale verso la progressione storica: «Le datazioni ricominciavano con ogni nuova dinastia, una circostanza che suggerisce come per loro il flusso del tempo non fosse lineare ma ciclico. Anzi, tutti gli eventi, politici e culturali, rappresentavano per i cinesi uno schema periodico, una piccola replica dell'interazione delle due forze fondamentali nel cosmo, lo Yin e lo Yang... Il successo doveva alternarsi al fallimento, e il progresso alla decadenza».

Il sistema induista consisteva di cicli dentro cicli, di durata immensa. Quattro yuga componevano un mahayuga di 4,32 milioni di anni; mille mahayuga formavano un kalpa, due kalpa costituivano un giorno di Brahma, mentre il ciclo della vita di Brahma era di cento anni di Brahma, ovvero 311 trilioni di anni! Jaki paragona i cicli induisti alla ruota di un mulino che gira incessantemente, il cui effetto ipnotizzante contribuì notevolmente a ciò che egli descrive come la disperazione e l'avvilimento della cultura indù. La ciclicità e il connesso fatalismo permeavano anche la cosmologia babilonese, egiziana e maya. Jaki racconta la storia degli Itza, una tribù maya ben armata che nel 1698 volontariamente lasciò via libera a un piccolo contingente di soldati spagnoli, conformemente alla profezia, comunicata ottant'anni prima a due missionari spagnoli, secondo cui tale data segnava l'inizio della loro era fatale.

Anche la filosofia greca era impregnata del concetto dei cicli eterni, ma a differenza della disperazione pessimistica dei poveri maya, i greci ritenevano che la propria cultura rappresentasse il culmine del ciclo — il vero apogeo del progresso. La natura ciclica del tempo nel sistema greco venne ereditata dagli arabi, che rimasero i custodi della cultura greca finché fu trasmessa alla Cristianità nel Medioevo. Gran parte della visione attuale del mondo nelle culture europee può essere fatta risalire all'imponente scontro tra la filosofia greca e la tradizione giudaico-cristiana. Naturalmente è fondamentale, nella dottrina cristiana e giudaica, il principio secondo il quale Dio creò l'universo in un momento specifico del passato, e gli eventi successivi hanno formato una sequenza che si è svolta in modo unidirezionale.

Così un'idea di progressione storica dotata di senso - il peccato originale, il patto, l'incarnazione e la resurrezione, il secondo avvento - pervade queste religioni, ed è in completo contrasto con la concezione greca dell'eterno ritorno. Nella loro preoccupazione di aderire al tempo lineare, piuttosto che a quello ciclico, i primi Padri della Chiesa denunciarono la visione ciclica del mondo dei filosofi greci pagani, nonostante la loro generale ammirazione per tutto il pensiero greco. Così troviamo Tommaso d'Aquino che riconosce la forza degli argomenti filosofici di Aristotele secondo cui l'universo deve essere esistito sempre, ma che si appella alla Bibbia per giustificare la credenza in un'origine cosmica.

Un aspetto chiave della dottrina giudaico-cristiana della creazione è che il Creatore è completamente indipendente e separato dalla sua creazione; cioè, l'esistenza di Dio non garantisce automaticamente l'esistenza dell'universo, come in alcuni schemi pagani dove il mondo fisico scaturisce dal Creatore come un'estensione automatica del suo essere. Piuttosto, l'universo ha avuto origine in un momento preciso del tempo come un atto di deliberata creazione soprannaturale da parte di un essere già esistente.

Per quanto possa sembrare semplice, questo concetto di creazione causò per secoli un'intensa disputa dottrinale, in parte dovuta al fatto che i testi antichi sono estremamente vaghi in materia. La descrizione biblica della Genesi, per esempio, che ha attinto in modo cospicuo dagli antichi miti mediorientali della creazione, si dilunga sugli aspetti poetici ma è concisa per quanto riguarda i dettagli fattuali. Non viene chiarito se Dio si limiti a mettere ordine in un caos primordiale, oppure crei la materia e la luce in un vuoto preesistente, oppure compia qualcosa di ancora più profondo. Gli interrogativi difficili abbondano. Che cosa faceva Dio prima di creare l'universo? Per quale motivo lo creò in quel particolare momento, piuttosto che in un altro? Se era contento di esistere in eterno senza un universo, che cosa lo costrinse a «decidersi» e crearne uno?

La Bibbia lascia parecchio spazio al dibattito su questi argomenti. E il dibattito c'è stato di sicuro. In effetti, gran parte della dottrina cristiana relativa alla creazione venne sviluppata molto tempo dopo la stesura della Genesi e fu influenzata dal pensiero greco tanto quanto da quello giudaico. Due questioni sono particolarmente interessanti dal punto di vista scientifico. La prima riguarda la relazione di Dio con il tempo; la seconda la sua relazione con la materia.

Le principali religioni occidentali proclamano che Dio è eterno, ma la parola «eterno» può avere due significati alquanto diversi. Da una parte può significare che Dio è esistito per un periodo infinito di tempo nel passato e che continuerà a esistere per un periodo infinito di tempo nel futuro; dall'altra che Dio è completamente fuori dal tempo.

Sant'Agostino optò per la seconda interpretazione quando affermò che Dio creò il mondo «con il tempo e non nel tempo». Considerando il tempo come universo fisico, piuttosto che come qualcosa in cui ha luogo la creazione dell'universo, e ponendo Dio completamente al di fuori di esso, Agostino evitò elegantemente il problema di cosa facesse Dio prima della creazione.
Questo vantaggio, comunque, è conseguito a un certo prezzo. Tutti possono riconoscere la forza dell'argomento che «qualcosa deve avere dato inizio a tutto questo». Nel diciassettesimo secolo era di moda considerare l'universo come una macchina gigantesca che era stata azionata da Dio. Persino oggi molti sono attratti dall'idea di Dio come il Primo Motore o la Causa Prima in una catena causale cosmica. Ma cosa significa, per un Dio posto fuori del tempo, causare qualcosa? In conseguenza di questa difficoltà, quanti credono in un Dio atemporale preferiscono enfatizzare il suo ruolo nel mantenere e sostenere la creazione in tutti i momenti della sua esistenza. Non viene fatta nessuna distinzione tra creazione e conservazione: agli occhi del Dio atemporale entrambe rappresentano la medesima azione.

tempo

Il rapporto di Dio con la materia è stato allo stesso modo oggetto di difficoltà dottrinali. Alcuni miti sulla creazione, come ad esempio la versione babilonese, dipingono un'immagine del cosmo come qualcosa che emerge dal caos primordiale. (Letteralmente «cosmo» significa «ordine» e «bellezza»; quest'ultimo aspetto sopravvive nella moderna parola «cosmetico»). Secondo questo punto di vista la materia è anteriore a un atto soprannaturale creativo, ed è ordinata da esso. Una concezione simile fu abbracciata nella Grecia classica. Il Demiurgo di Platone era limitato perché doveva lavorare con la materia già esistente. Questo atteggiamento fu adottato anche dai cristiani gnostici, che consideravano la materia corrotta, e quindi un prodotto del diavolo più che di Dio.

In realtà l'uso generico della parola «Dio» in queste discussioni può disorientare, considerata la ricca varietà di schemi teologici proposti nel corso della storia. La credenza in un essere divino che dà origine all'universo e poi «si mette seduto comodamente» a osservare gli eventi che si svolgono, senza prendervi direttamente parte, è nota come deismo. In esso la natura di Dio è espressa dall'immagine del perfetto orologiaio, una sorta di ingegnere cosmico, che progetta e costruisce un meccanismo elaborato e immenso, e poi lo mette in moto. In antitesi con il deismo c'è il teismo, la credenza in un Dio che è il creatore dell'universo, ma che rimane pure coinvolto direttamente nella gestione quotidiana del mondo, soprattutto negli affari degli esseri umani, con cui Dio mantiene un rapporto personale continuo e un ruolo di guida. Tanto nel deismo quanto nel teismo viene tracciata una netta distinzione fra Dio e il mondo, fra il creatore e la creatura. Dio è considerato come un essere completamente altro dall'universo fisico e oltre esso, benché ne sia ancora responsabile. Nel sistema noto come panteismo, non viene fatta una tale distinzione tra Dio e l'universo fisico. Pertanto Dio è identificato con la natura stessa: ogni cosa è parte di Dio e Dio è in ogni cosa. C'è anche il panenteismo, che somiglia al panteismo in quanto l'universo è parte di Dio, ma non tutto. Una metafora è quella dell'universo come corpo di Dio.

Infine, parecchi scienziati hanno proposto un Dio che si sviluppa all'interno dell'universo, diventando alla fine così potente da rassomigliare al Demiurgo di Platone. Si può immaginare, per esempio, che la vita intelligente o persino l'intelligenza artificiale divengano più progredite e si propaghino per il cosmo, estendendo il loro controllo su parti sempre più vaste finché la manipolazione della materia e dell'energia sia tanto raffinata che questa intelligenza non si distingua più dalla natura stessa. Una tale intelligenza, di tipo simile a quella divina, potrebbe svilupparsi dai nostri discendenti, o addirittura essersi già sviluppata da una o da diverse comunità extraterrestri.

La fusione di due o più intelligenze diverse è possibile nel corso di questo processo evolutivo. Sistemi di questo tipo sono stati proposti dall'astronomo Fred Hoyle, dal fisico Frank Tipler e dallo scrittore Isaac Asimov. In questi schemi il «Dio» è chiaramente qualcosa di meno dell'universo, e benché immensamente potente non è onnipotente, e non può essere considerato il creatore dell'universo nel suo complesso, ma solo di una parte del suo contenuto organizzato. (A meno che non si introduca un sistema particolare di causalità a ritroso, per mezzo del quale la super-intelligenza alla fine dell'universo agisca a ritroso nel tempo per creare questo universo, come parte di un ciclo causale coerente. Nelle idee del fisico John Wheeler ci sono allusioni al riguardo. Anche Fred Hoyle ha discusso tale schema, ma non nel contesto di un evento creativo che abbracci tutto.)

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Bibliografia: La mente di Dio; Paul Davies, Arnoldo Mondadori Editore, 1992.

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venerdì 6 agosto 2010

Babbo Natale esiste!

 

In questo post vi spiegherò perché credo di più nell’esistenza di Babbo Natale che nella presenza degli alieni sulla Terra. Molti diranno: “ma come fa questo tizio a credere in Babbo Natale?”, ma io vi dico: “ma come fanno alcuni a credere nella presenza degli alieni?”.

UFO Babbo Natale

Invece di fare domande e non rispondere, veniamo al dunque.

1) Babbo Natale vanta molte più foto degli UFO e degli alieni. Capisco che il 99% delle foto di Babbo Natale raffigurano persone travestite, ma ovviamente è impossibile che siano tutte false, almeno l’1% raffigurano il “vero” Babbo Natale, quello che porta i regali e vola con la sua slitta trainata da renne. Io l’ho visto e non sono né pazzo, né un testimone inaffidabile. Lo stesso ragionamento fanno anche quelli che credono nella presenza degli alieni. Anche loro dicono che l’1% degli avvistamenti è genuino. Allora mi aspetto che apprezzeranno il mio ragionamento su Babbo Natale, visto che è così simile al loro (veramente Babbo Natale è stato fotografato molto di più) e che finalmente cominceranno a credere. E poi apprezzeranno anche la mia affidabilità, perché dovrei mentire?

2) La maggior parte degli scettici non riescono a capire che c’è un complotto teso a nascondere la vera identità di Babbo Natale. Pensate alle industrie che producono giocattoli quanti soldi perderebbero se tutti i bambini scrivessero la letterina a Babbo Natale, invece di fare comprare i regali ai genitori! Svegliatevi gente, non fidatevi di chi vuole farvi spendere soldi!

3) Babbo Natale è un uomo e gli uomini esistono certamente, va su una slitta e le slitte esistono, una slitta trainata da renne e le renne esistono e porta regali e i regali esistono, abita al polo nord e il polo nord esiste. Gli alieni invece non sono umani, vanno sui dischi volanti di cui non si sa niente, i dischi volanti sono mossi da energie di cui non si sa niente. Gli alieni vengono da pianeti di cui non si sa niente e vengono per uno scopo di cui non si sa niente. Ma perché la gente crede agli alieni e invece ha smesso di credere in Babbo Natale? E poi dicono che non è vero che sono pazzi…

4) E’ noto che Babbo Natale lo possono vedere direttamente solo i bambini buoni e gli adulti che hanno mantenuto una certa purezza spirituale. Se non lo vedete o peggio ancora non ci credete, significa che avete perso la vostra purezza e quindi dovete sentirvi in colpa. Ahimè, la purezza spirituale è ormai una merce rara e solo in pochi la possediamo (io e pochi altri al mondo). Spero che anche questo punto sia letto attentamente, perché è lo stesso ragionamento dei credenti negli alieni. Che possano aprire gli occhi e possano quindi tornare a credere il quel dolcissimo uomo barbuto vestito di rosso che ha allietato la loro infanzia felice e possano invece dimenticarsi degli alieni che di doni ne portano pochi, rapiscono le casalinghe (e le mettono incinte 18 volte), cancellano la memoria dei testimoni, pasticciano i campi di grano con i loro disegni di dubbio gusto e a volte si permettono persino di squartare il bestiame nelle fattorie. Smettetela di credere nei modelli di comportamento negativi!

5) I testimoni dell’esistenza di Babbo Natale sono tantissimi e sparsi in tutto il mondo: non è possibile che si siano sbagliati tutti. L’avevo già detto, anche se solo l’1% delle testimonianze è vera, allora la prova della sua esistenza sarebbe confermata oltre ogni ragionevole dubbio!

6) Guardate che l’ipotesi che Babbo Natale sia un alieno e che in realtà la slitta sia una nave spaziale non regge! Gli alieni non sono ciccioni e odiano la barba, quando si travestono al massimo si travestono da grigi con gli occhi a mandorla.

E adesso veniamo alla parte del post “seria”.

Ovviamente ho scherzato un po’, non è vero che credo in Babbo Natale (oppure sono d’accordo con le multinazionali che producono giocattoli e gadget natalizi e sto cercando di fare disinformazione…). Questo post serve a fare capire come siano assurdi certi ragionamenti che fanno coloro che propugnano l’ipotesi che ci siano esseri extraterrestri sulla Terra. Sono talmente assurdi che se qualcuno ci crede, prima dovrebbe credere a Babbo Natale e poi agli alieni… Leggetevi anche questo articolo.

Intanto guardatevi questo filmato su Babbo Natale, che è divertente:

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11 cose che non sapevate sui vulcani

 

Lo sapevate che circa l'80% della superficie mondiale è di origine vulcanica? E lo sapevate che l'atmosfera terrestre è per la maggior parte formata da emissioni prodotte dai vulcani? Per avere più familiarità con i vulcani e la loro bellezza distruttiva, consultate l’immagine qui sotto. Le didascalie sono in inglese, ma non presentano grandi difficoltà di traduzione.

Per i più pigri ecco un piccolo aiuto ;-)

1) L’80 % della superficie terrestre è di origine vulcanica.

2) Le emissioni gassose dei vulcani hanno formato l’atmosfera terrestre.

3) Nel mondo i vulcani attivi sono più di 500, più della metà appartengono al cosiddetto “anello di fuoco”.

4) Il 4% dei vulcani attivi sono in eruzione proprio in questo momento.

5) Il 75% delle eruzioni avvengono nelle profondità del mare.

6) Le ceneri vulcaniche possono danneggiare le vie respiratorie di soggetti anziani, di bambini e di soggetti con patologie polmonari.

7) L’area pericolosa attorno ad un vulcano ha un raggio di 32 chilometri.

8) Alcuni vulcani hanno bisogno di migliaia di anni per formarsi, altri si formano “nel giro di una notte”. Il vulcano Paricutin, per esempio, apparve in un campo coltivato in Messico il 20 febbraio del 1943. Dopo una settimana era alto 15 metri, dopo un anno misurava 336 metri.

9) I vulcani emettono gas innocui e anche gas tossici. Tra quelli tossici si possono annoverare l’acido cloridrico, l’acido fluoridrico, l’anidride solforosa. Tra quelli innocui il vapore acqueo e l’anidride carbonica.

10) Pneumonoultramicroscopicsilicovolcanoconiosis. Cosa?! Secondo il dizionario inglese di Oxford è il nome scientifico del disagio polmonare dovuto all’inalazione di ceneri vulcaniche. E’ la parola più lunga che appare in un dizionario inglese (45 lettere).

11) Il vulcani eruttano perché sono alimentati dal magma proveniente dal mantello a 30 km di profondità.

 

martedì 3 agosto 2010

Gradiva

 

Il nome Gradiva, letteralmente "colei che cammina", le venne attribuito da Wilhelm Jensen in una novella, intitolata appunto Gradiva. Una fantasia pompeiana (1903).

Gradiva

Qui l'autore narrava di un giovane archeologo tedesco, Norbert Hanold, che a Roma in un museo vede un rilievo e ne rimane affascinato. Acquistatone un calco che porterà con sé, inizia a sognare: immagina Gradiva avanzare per le strade di Pompei e la segue finché ella non scompare nella notte dell'eruzione del 79 d.C.

Da sveglio, decide di partire per la città vesuviana, dove vedrà una fanciulla con le fattezze dell'immagine impressa nel marmo e scoprirà con felice sorpresa che si tratta di una ragazza, già sua compagna di giochi nell'infanzia e con il tempo dimenticata.

Fu Carl Gustav Jung che segnalò tale novella a Sigmund Freud (1856-1939), il quale esaminò il caso letterario come un caso psichiatrico. Nel saggio Delirio e sogno nella "Gradiva" di Jensen (1906) Freud prese spunto dalla vicenda letteraria per spiegare come le sollecitazioni esterne possano portare in superficie tensioni psichiche nascoste nell'intimo. Queste ultime si esprimono talvolta nella forma del delirio, come nel caso del protagonista, che vive un'esperienza tra realtà e immaginazione. A sua volta Freud, collezionista di arte antica, visitò il Museo Chiaramonti (in una lettera scrisse del suo "incontro" con la Gradiva) e del rilievo lì in esposizione acquistò un calco in gesso che tenne alla parete del suo studio vicino al celebre divano-lettino, sul quale si distendevano i pazienti.

Gradiva Freud

Calco in gesso della Gradiva nello studio di Freud. Foto von Edmund Engelman, 1938.

 

Il rilievo è parte di una composizione che prevede una triade femminile avanzare da destra, secondo una ricostruzione effettuata sulla base di ulteriori esemplari a Monaco e agli Uffizi; le tre fanciulle si muovevano in
parallelo con una seconda triade femminile: sono le cosiddette Horai e Aglauridi, probabilmente ispirate da un originale greco del IV secolo a.C.

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Il dogma del blog monotematico

 

blog monotematico

Photo credit: http://chisenefregart.blogspot.com/

 

Quante volte avete letto in giro che, per avere successo, un blog deve essere monotematico? Sicuramente lo avrete letto molto spesso e questo consiglio viene da diversi autorevoli “guru” di internet. I blog generalisti non rendono economicamente e non vengono indicizzati bene dai motori di ricerca, ci dicono i guru, e tutti gli altri lo ripetono in giro fino alla noia, come se fosse un mantra religioso.

Da Darren Rowse a Robin Good non ci raccomandano altro: individuate una nicchia e scrivete un blog monotematico riguardante quella nicchia. Questo consiglio con il passare degli anni ha assunto quasi le proporzioni di un dogma.

Ma la mia missione è sfatare i dogmi ;-)

Analizziamo un po’ di blog di grande successo (e che presumibilmente monetizzano bene) e vediamo se sono realmente monotematici.

assegno di adsense

Partiamo dal “nostrano” guru che abbiamo già citato: Robin Good. Il suo blog, di grande successo e che certamente monetizza in maniera che noi “comuni mortali” ce lo possiamo sognare, si chiama Master New Media. Il blog tratta di editoria, di online marketing, di immagini digitali, di tecnologie di apprendimento, di privacy e sicurezza, di assistenza tecnica online e diverse altre cose.

E dove sarebbe la monotematicità? Ovviamente sono tutti argomenti in qualche modo correlati, ma siamo ben lontani da un blog veramente monotematico. Capite bene che nei motori di ricercaeditoria” non viene indicizzata insieme a “assistenza tecnica”!

Mi sembra che Robin Good dica una cosa, ma poi ne faccia un’altra…

Guardiamo anche il blog del già citato Darren Rowse, il noto Problogger. In questo caso, se avete osservato bene, il tema del blog è già più ristretto, perché riguarda quasi sempre i metodi per portare al successo un blog, farlo monetizzare, farlo crescere, ecc…

Problogger potrebbe essere considerato in qualche modo un blog monotematico, anche se raggiunge ugualmente una certa ampiezza. E’ come se fosse un blog che si occupa di biologia, ad esempio, cioè di un argomento molto ampio.

Nonostante abbiamo visto che Problogger non è realmente del tutto monotematico, sappiamo bene che ha una quantità fantastica di visitatori e, supponiamo, anche una capacità di monetizzazione altrettanto fantastica! ;-)

Un altro esempio italiano: il blog Ikaro.net.

Tratta di cellulari, di internet, di marketing online, di opensource, di SEO e di tante altre cose.

Direi che siamo alle solite: non c’è nulla di realmente monotematico, gli argomenti sono correlati, ma non in maniera troppo stretta. Il SEO e l’opensource non vengono indicizzati insieme dai motori di ricerca. Di nuovo un blog di successo, ma che non è strettamente monotematico.

Ultimo esempio: Dissacration.

Un bellissimo blog dedicato ai video su internet. Monotematico, quindi? Niente affatto: i video di animali non vengono certamente indicizzati insieme ai video musicali dai motori di ricerca. Direi che si tratta di un blog generalista con numerosi argomenti legati solo dal fatto che si tratta di video. Intanto Dissacration supera i 6000 visitatori al giorno e da un po’ di tempo fa parte del gruppo I say Blog!.

In conclusione, guardando questi esempi (e ne potete trovare tanti altri simili) non abbiate timore di tenere blog generalisti, perché non è affatto detto che non possano avere successo.

Buona scrittura a tutti :-)

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lunedì 2 agosto 2010

Come si fabbricano le banconote in Euro

 

Vi siete mai chiesti come nasce una banconota, ad esempio una da 50 euro? Di solito pochi ci fanno caso perché si pensa di più al valore di acquisto, ma una banconota in realtà è un vero capolavoro. Per passare da un foglio di carta alla banconota di 50 euro pronta per essere utilizzata ci vogliono addirittura 45 giorni, perché è il frutto di un processo estremamente complesso e di altissima qualità, come si può vedere in questi due filmati tratti dalla puntata del 29/07/2010 del programma Superquark. Alberto Angela ci guiderà nell’appassionante produzione delle banconote in Euro.

Buona visione.

 

Il triceratopo non è mai esistito

 

Alcuni scienziati hanno scoperto che il triceratopo, il noto dinosauro quadrupede con tre corna sulla testa (molto conosciuto anche per le sue apparizioni “cinematografiche”, lo ricordiamo infatti anche in Jurassic Park), in realtà non è mai esistito. Si tratterebbe più correttamente di una forma giovanile di un altro dinosauro meno conosciuto, il torosauro.

triceratopo

I due ricercatori John Scannella e Jack Horner ritengono che il triceratopo e il torosauro siano la stessa specie. Questa deduzione deriva dall’osservazione che gli esemplari di cranio di triceratopo, più appartengono a soggetti maturi, più somigliano ad esemplari di cranio di torosauro. Questo spiegherebbe anche perché non siano mai stati trovati reperti giovanili di torosauro.

Direi che con questa scoperta è caduta un’altra “star del cinema” ;-)

torosauro

L’aspetto del torosauro.

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Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...