giovedì 26 aprile 2012

Moss Table: con il biofotovoltaico genera elettricità con la fotosintesi

La lampada o il laptop non potrebbero essere alimentati dalle piante? Perché no? Moss Table (letteralmente: tavolo di muschio) è un interessante prototipo che utilizza la tecnologia del biofotovoltaico (Bio-Photo-Voltaic = BPV). Si tratta di una tecnologia potenzialmente molto interessante per il futuro.

Qui l'elettricità è generata dagli elettroni catturati dalle fibre conduttive all'interno del Moss Table. La tecnologia crea energia sfruttando la fotosintesi delle piante. Il dispositivo è in grado di alimentare solo piccoli dispositivi elettronici come, ad esempio, un orologio digitale.

Moss Table


Anche se il Moss Table è solo un "concept design", la tecnologia del biofotovoltaico potrà avere un futuro "luminoso" (è il caso di dirlo) se si riuscirà ad ottenere una maggiore efficienza. Attualmente il muschio è in grado di produrre una potenza di 50 milliwatt per metro quadro (mW/m2). Il dispositivi BPV più efficienti (basati su piante sistemate su vasi, anziché sul muschio) possono produrre fino a 220 mW/m2. Gli scienziati ci anticipano che sarà possibile creare dispositivi che generano 3 W/m2. Bisogna pensare che i laptop più efficienti di ultima generazione possono essere operativi con una potenza di circa 1 W. Ciò significa che i laptop in futuro potranno essere alimentati dalle piante. In questo scenario del futuro il Moss Table potrebbe alimentare un laptop per 14 ore.

Quasi fantascienza? Vedremo se è così. La cosa più importante, a mio avviso, che la ricerca sulle energie rinnovabili non scarti nessuna idea utile, perché solo provando a percorrere tutte le strade possibili si potranno davvero risolvere i problemi energetici del futuro.

2 commenti:

  1. Un po' scarso. Le tecnologie a silicio producono almeno 120 watt a metro quadro (anche 240-280).
    In effetti la resa dei sistemi FV biologici non supera il 5%.

    Tuttavia qual è il vero problema della tecnologia "verde" fotovoltaica? dopo 5 anni muore la "pianta" (decadimento), mentre un impianto tradizionale FV perde meno del 20% di efficienza in 20 anni e può durare oltre 50 anni. Curioso invece che nessuno noti come le piante abbiano un'immensa apertura fotovoltaica per archiviare relativamente poca energia in decine di anni sotto forma di legna, praticamente non disperdendo energia con nessun movimento. A questo punto conviene per ora considerare i film sottile (che erò hanno rendimenti inferiori quasi dimezzati del triple junction a fronte di un forte calo di spesa) ed incentivare la ricerca sui multistrato (per esempio GaInP / Ga As / Ge, triplo strato che ha segnato un rendimento del 39% quasi vicino al vecchio valore di massima efficenza teorica della tecnologia 46% - mentre nuovi sviluppi teorici spostano la massima efficienza all'86%) sperando di non dover attendere 50 anni per i super-reticoli FV o i nanocristalli quantistici (Capitano Kirk i cristalli di dilitio si sono rotti ^_^ ).

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