venerdì 4 aprile 2008

Kim Peek, l'idiot savant che ha ispirato il film Rain Man. Un autistico con capacità straordinarie

Kim Peek è il genio autistico, dalla cui vita e’ stato tratto il personaggio del film Rain Man interpretato da Dustin Hoffman.
Considerate le sue straordinarie capacità mentali, molti lo considerano un marziano. Sarà per questo che la Nasa, l’agenzia spaziale americana, ha deciso di esaminare la sua testa con gli strumenti normalmente usati per studiare gli effetti dei viaggi spaziali sul cervello degli astronauti.

Kim è stato sottoposto a una serie di test, tra i quali una Tac e una risonanza magnetica, che serviranno a produrre una mappa tridimensionale della sua struttura cerebrale. Gli scienziati della Nasa vogliono confrontare questa immagine con quelle prese nel 1988 dal dottor Dan Christensen, il neuropsichiatra che segue Peek all’Università dello Utah, e vedere quali cambiamenti ci sono stati in questi anni.
Peek, che ha 53 anni, mostra infatti la sorprendente tendenza a diventare più intelligente con il passare del tempo. Una caratteristica che si sovrappone alle già straordinarie qualità del soggetto, considerato un genio in 15 differenti discipline, dall’arte, alla storia, alla matematica. D’altro canto, come ricorderà chi ha visto il film, Peek dimostra scarsa abilità in attività comuni, come vestirsi o trovare oggetti in casa propria.

Peek è affetto dalla nascita dalla cosiddetta ‘sindrome del saggio‘, un ‘puzzle’ scientifico che ha appassionato i ricercatori derivato da una disfunzione neurologica rarissima che occorre nel 10 per cento delle persone affette da autismo, ma non solo. Si sono registrati casi di questa sindrome in seguito anche ad altre patologie neurologiche o anche in seguito a lesioni. Le persone come Peek (in tutto nel mondo ce ne sono una cinquantina) dimostrano, in genere fin da molto piccole, abilità eccezionali in determinati campi dello scibile e una memoria eccezionale.

Finora, nessuno è stato in grado di spiegare con esattezza le singolari caratteristiche di Peek. La sua struttura cerebrale è del tutto particolare: alla nascita, i dottori registrarono una sacca d’acqua nella parte destra del suo cranio. La peculiarita’ del cervello di Peek, in particolare, consiste nell’assenza del corpo calloso, la membrana che separa i due emisferi cerebrali, formando un’unica massa e trasformandolo così in un’unica grande banca dati. La spiegazione più accreditata, sembra essere quella secondo la quale un cervello che ha subito un trauma al lobo sinistro compensa con quello destro.
Fin da giovane, Kim dimostrò una straordinaria memoria (secondo suo padre è in grado di mandare a memoria 9 mila libri), ma sviluppò con ritardo le capacità motorie e quelle espressive (non è stato in grado di camminare fino ai quattro anni).
Come tutti gli individui autistici, Kim Peek ha avuto sempre grosse difficoltà di comunicazione. Dall’uscita del film, nel 1988, la sua situazione è lentamente cambiata: negli ultimi 16 anni, Peek ha incontrato oltre 2 milioni di persone incuriosite dalla sua vicenda, ed è diventato più disponibile a parlare in pubblico. Inoltre, stando a quanto racconta suo padre Fran, non legge più soltanto saggi, ma anche romanzi. Questo non gli impedisce, comunque, di passare pomeriggi interi a memorizzare l’elenco del telefono.

Le doti dei ’saggi’, in generale, sono però ristrette a pochissimi settori, solitamente musica, matematica e altri campi prettamente nozionistici come i risultati sportivi o la storia. C’è chi sostiene che possano avere anche capacità ultra sensoriali, una tesi difficile da sostenere scientificamente.

Fonte: Levysoft

 

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